Opere Di Vittorio Alfieri Da Asti ...

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Majno, 1810 - 363 Seiten
 

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Seite 188 - Due fere donne, anzi due furie atroci, Tor non mi posso (ahi misero!) dal fianco. Ira è l'una, ei sanguigni suoi feroci Serpi mi avventa ognora al lato manco; Malinconia dall'altro, hammi con voci Tetre offuscato l'intelletto e stanco: Ond'io null'altro che le Stigie foci Bramo, ed in morte sola il cor rinfranco.
Seite 187 - Pallido in volto più che un re sul trono : Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Seite 133 - O cameretta, che già in te chiudesti Quel grande, alla cui fama angusto è il mondo ; Quel sì gentil d'amor mastro profondo, Per cui Laura ebbe in terra onor celesti : O di pensier soavemente mesti Solitario ricovero giocondo ; Di quai lagrime amare il petto inondo, Nel veder ch'oggi inonorata resti ! Prezioso diaspro, agata, ed oro Foran debito fregio, e appena degno Di rivestir sì nobile tesoro.
Seite 126 - Nascer, sì, nascer chiamo aspra vicenda, non già il morire, ond'io d'angosce tante scevro rimango; e un solo breve istante de' miei servi natali il fallo ammenda. Morte, a troncar l'obbrobriosa vita, che in ceppi io traggo, io di servir non degno, che indugi ornai, se il tuo indugiar m'irrita?
Seite 44 - Abatini ei tre Cavalierini Daranvi; onde fia questo il vostro impegno. Non me li fate uscir dei dottorini: Di tutto un poco parlino, in tal modo Da non parer nel mondo babbuini: Voi m'intendete. Ora, venendo al sodo, Del salario parliamo. I' do tre scudi; Ché tutti in casa far star bene io godo.
Seite 44 - I' do tre scudi ; Chè tutti in casa far star bene io godo.' 'Ma, signor, le par egli, a me tre scudi? Al cocchier ne dà sei.' 'Che impertinenza ! Mancan forse i maestri, anco a du
Seite 45 - Al resto poi provvederà l'Altissimo . Qualche incertuccio a Pasqua ed al Natale Saravvi, spero; e intanto mostrerolle Ch'ella non ha un Maestro dozzinale. — Pranzerete con noi; ma, al desco molle, V'alzerete di tavola: e s'intende Che in mia casa abjurate il velie e il noi le. Oh, ve'! sputa Latin chi men pretende. Così i miei figli tutti (e' son di razza) Vedrete che han davver menti stupende.
Seite 80 - Sbrighiamcen, su. - Di favellante carne Candidi pezzi trovo in Danimarca, Che non dan voglia pure di assaggiarne. Svezia, ferrigna, ed animosa, e parca, Coi monti e selve e laghi mi diletta ; Gente, men ch'altra, di catene carca: Ma poco io stovvi, perché nacqui in fretta.
Seite 145 - De' tuoi vescovi re fai catacomba? Turba di morti che non fur mai vivi, Esci, su dunque; e sia di te purgato II Vatican, cui di fetore empivi : Là, nel bel centro d'esso ei sia locato: • Degno d'entrambi il monumento quivi Michelangiolo ergeva al gran Torquato.
Seite 103 - Popolo, né Stato Mai pel Commercio, se dieci altri in pria Vuoti ed ignudi non fan lui beato. Ma breve è ognor beatitudin ria : Dovizia, e lusso, ei vizj tutti in folla, Fan che a chi la furava amara sia.

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