Opere Di Vittorio Alfieri Da Asti ...Majno, 1810 - 363 Seiten |
Andere Ausgaben - Alle anzeigen
Häufige Begriffe und Wortgruppen
allor alluma alma altrui amistade Amor anco Angli appien appo ardito Arno assai audace aura avrian avvien beato bella brama brando carmi ch'altra ch'ei ch'io ch'ogni ch'or ciel ciglio coturno crudo d'ogni danno dolce donna ebro Ecco empia Europa fama Ferney fero fetido figli Galli GANDELLINI gente Giove gloria gran grido guerriero hammi indi infame infra ingegno insano invan invidia l'alma l'altro l'uom lagrime leggi libertà libertade lieta lograto lustro mille morte niun nulla occhi ODE QUARTA ODE QUINTA ognor omai onor parmi pianto piè poscia pregio pregno pria primier quì ratto s'ei s'io sangue SATIRA secura senno servaggio sien Sovra speme stolta stuolo sublime suol Taide Tiranno tosto tremendo tristi tromba usbergo veggio vendon verace vile visto VITTORIO ALFIERI viver vizj volgo vuol دو
Beliebte Passagen
Seite 188 - Due fere donne, anzi due furie atroci, Tor non mi posso (ahi misero!) dal fianco. Ira è l'una, ei sanguigni suoi feroci Serpi mi avventa ognora al lato manco; Malinconia dall'altro, hammi con voci Tetre offuscato l'intelletto e stanco: Ond'io null'altro che le Stigie foci Bramo, ed in morte sola il cor rinfranco.
Seite 187 - Pallido in volto più che un re sul trono : Or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; Irato sempre e non maligno mai ; La mente e il cor meco in perpetua lite : Per lo più mesto, e talor lieto assai : Or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se...
Seite 133 - O cameretta, che già in te chiudesti Quel grande, alla cui fama angusto è il mondo ; Quel sì gentil d'amor mastro profondo, Per cui Laura ebbe in terra onor celesti : O di pensier soavemente mesti Solitario ricovero giocondo ; Di quai lagrime amare il petto inondo, Nel veder ch'oggi inonorata resti ! Prezioso diaspro, agata, ed oro Foran debito fregio, e appena degno Di rivestir sì nobile tesoro.
Seite 126 - Nascer, sì, nascer chiamo aspra vicenda, non già il morire, ond'io d'angosce tante scevro rimango; e un solo breve istante de' miei servi natali il fallo ammenda. Morte, a troncar l'obbrobriosa vita, che in ceppi io traggo, io di servir non degno, che indugi ornai, se il tuo indugiar m'irrita?
Seite 44 - Abatini ei tre Cavalierini Daranvi; onde fia questo il vostro impegno. Non me li fate uscir dei dottorini: Di tutto un poco parlino, in tal modo Da non parer nel mondo babbuini: Voi m'intendete. Ora, venendo al sodo, Del salario parliamo. I' do tre scudi; Ché tutti in casa far star bene io godo.
Seite 44 - I' do tre scudi ; Chè tutti in casa far star bene io godo.' 'Ma, signor, le par egli, a me tre scudi? Al cocchier ne dà sei.' 'Che impertinenza ! Mancan forse i maestri, anco a du
Seite 45 - Al resto poi provvederà l'Altissimo . Qualche incertuccio a Pasqua ed al Natale Saravvi, spero; e intanto mostrerolle Ch'ella non ha un Maestro dozzinale. — Pranzerete con noi; ma, al desco molle, V'alzerete di tavola: e s'intende Che in mia casa abjurate il velie e il noi le. Oh, ve'! sputa Latin chi men pretende. Così i miei figli tutti (e' son di razza) Vedrete che han davver menti stupende.
Seite 80 - Sbrighiamcen, su. - Di favellante carne Candidi pezzi trovo in Danimarca, Che non dan voglia pure di assaggiarne. Svezia, ferrigna, ed animosa, e parca, Coi monti e selve e laghi mi diletta ; Gente, men ch'altra, di catene carca: Ma poco io stovvi, perché nacqui in fretta.
Seite 145 - De' tuoi vescovi re fai catacomba? Turba di morti che non fur mai vivi, Esci, su dunque; e sia di te purgato II Vatican, cui di fetore empivi : Là, nel bel centro d'esso ei sia locato: • Degno d'entrambi il monumento quivi Michelangiolo ergeva al gran Torquato.
Seite 103 - Popolo, né Stato Mai pel Commercio, se dieci altri in pria Vuoti ed ignudi non fan lui beato. Ma breve è ognor beatitudin ria : Dovizia, e lusso, ei vizj tutti in folla, Fan che a chi la furava amara sia.