L'Orlando furioso di Lodovico Ariosto. ...

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Presso Lefevre, 1839
 

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Seite 155 - Vaghi boschetti di soavi allori, di palme e d'amenissime mortelle, cedri et aranci ch'avean frutti e fiori contesti in varie forme e tutte belle, facean riparo ai fervidi calori de' giorni estivi con lor spesse ombrelle, e tra quei rami con sicuri voli cantando se ne giano i rosignuoli.
Seite 182 - La bella donna che cotanto amava, Novellamente gli è dal cor partita ; Che per incanto Alcina gli lo lava D...
Seite 24 - Fugge tra selve spaventose e scure, per lochi inabitati, ermi e selvaggi. Il mover de le frondi e di verzure, che di cerri sentia, d'olmi e di faggi, fatto le avea con subite paure trovar di qua di là strani viaggi; ch'ad ogni ombra veduta o in monte o in valle, temea Rinaldo aver sempre alle spalle.
Seite 44 - Or li vedi ire altieri , or rannicchiarsi ; Ora coprirsi , ora mostrarsi un poco ; Ora crescer innanzi, ora ritrarsi; Ribatter colpi, e spesso lor dar loco; Girarsi intorno ; e donde l'uno cede, L' altro aver posto immantinente il piede. Ecco Rinaldo con la spada addosso A Sacripante tutto s' abbandona ; E quel porge lo scudo ch'era d'osso, Con la piastra d'acciar temprata e buona.
Seite 20 - E per 1' orme d' Angelica galoppa. Here Homer would have left it. But the Christian poet has his own feelings to express, and goes on : — Oh gran bonta de' cavalieri antiqui ! Eran rivali, eran di fe diversi, E si sentian degli aspri colpi iniqui Per tutta la persona anco dolersi ; E pur per selve oscure e calli...
Seite 603 - Stupisce Cloridan, che tanto core, tanto amor, tanta fede abbia un fanciullo: e cerca assai, perché gli porta amore, di fargli quel pensiero irrito e nullo; ma non gli vai, perch'un sì gran dolore non riceve conforto né trastullo.
Seite 14 - Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte, e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono; che quanto io posso dar, tutto vi dono. 4 Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de" vostri avi illustri il ceppo vecchio.
Seite 327 - Le bellezze d'Olimpia eran di quelle Che son più rare : e non la fronte sola , Gli occhi e le guance e le chiome avea belle, La bocca, il naso, gli omeri e la gola; Ma discendendo giù da le mammelle , Le parti che solea coprir la stola , Fur di tanta eccellenzia ; ch' anteporse A quante n'avea il mondo potean forse. LXVIII. Vinceano di candor le nevi intatte , Ed eran più ch' avorio a toccar molli : Le poppe ritondette parean latte Che fuor dei giunchi allora allora tolli.
Seite 42 - Come soglion talor dui can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi, Avvicinarsi digrignando i denti, Con occhi bieci e più che bracia rossi; Indi a...
Seite 32 - Forse era ver, ma non però credibile a chi del senso suo fosse signore; ma parve facilmente a lui possibile, ch'era perduto in via più grave errore. Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibile, e l'invisibil fa vedere Amore.

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