Orlando Furioso, Band 1Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, 1812 |
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Seite 192 - Sotto quel sta, quasi fra due vallette La bocca sparsa di natio cinabro; Quivi due filze son di perle elette, Che chiude ed apre un bello, e dolce labro: Quindi escon le cortesi parolette Da render molle ogni cor rozzo e scabro: Quivi si forma quel soave riso, Ch'apre a sua posta in terra il paradiso.
Seite 207 - Pallido, crespo e macilente avea Alcina il viso, il crin raro e canuto: sua statura a sei palmi non giungea: ogni dente di bocca era caduto; che più d' Ecuba e più de la Cumea, et avea più d'ogn'altra mai vivuto.
Seite 2 - Avea infiniti ed immortai trofei, In Ponente con essa era tornato, Dove sotto i gran monti Pirenei Con la gente di Francia e di Lamagna...
Seite 12 - Ma non si tosto dal materno stelo rimossa viene e dal suo ceppo verde, che quanto avea dagli uomini e dal cielo favor, grazia e bellezza, tutto perde. La vergine che 'l fior, di che più zelo che de...
Seite 7 - Amone: con preghi invita, et al fin toglie in groppa, e per l'orme d'Angelica galoppa. 22 Oh gran bontà de' cavallieri antiqui! Eran rivali, eran di fé diversi, e si sentian degli aspri colpi iniqui per tutta la persona anco dolersi; e pur per selve oscure e calli obliqui insieme van senza sospetto aversi.
Seite 229 - Signor , far mi convien come fa il buono Sonator sopra il suo instrumento arguto , Che spesso muta corda, e varia suono, Ricercando ora il grave , ora l'acuto.
Seite 230 - E qual sagace can, nel monte usato a volpi o lepri dar spesso la caccia, che se la fera andar vede da un lato, ne va da un altro, e par sprezzi la traccia; al varco poi lo...
Seite 235 - Tutte le vie, tutti li modi tenta, ma quel pigro rozzon non però salta. Indarno il fren gli scuote, e lo tormenta; e non può far che tenga la testa alta. Al fin presso alla donna s'addormenta...
Seite 193 - Mostran le braccia sua misura giusta; •E la candida man spesso si vede Lunghetta alquanto e di larghezza angusta. Dove né nodo appar, né vena eccede.
Seite 222 - Oh quante sono incantatrici, oh quanti incantator tra noi, che non si sanno! che .con lor arti uomini e donne amanti di sé, cangiando i visi lor, fatto hanno. Non con spirti constretti tali incanti, né con osservazion di stelle fanno; ma con simulazion, menzogne e frodi legano i cor d