The romances of chivalry in Italian verse: selections

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H. Holt, 1904 - 657 Seiten
 

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Seite 643 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Quanto veduta non n' aveva alcuna '. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù , com' altrui piacque, Infin che
Seite 628 - Olympian hill I soar, Above the flight of Pegasean wing. The meaning, not the name I call; for thou Nor of the Muses nine, nor on the top Of old Olympus dwell'st, but heavenly born.
Seite 430 - Tempo già fu, quando più l'uom vaneggia nell'età prima, ch'ebbi altro desio, e disdegnai di pasturar la greggia, e fuggii dal paese a me natio: e vissi in Menfi un tempo, e nella reggia fra i ministri del re fui posto anch'io; e benchè fossi guardian degli orti, vidi e conobbi pur le inique corti.
Seite 628 - DESCEND from Heaven, Urania, by that name If rightly thou art called, whose voice divine Following, above the Olympian hill I soar, Above the flight of Pegasean wing! The meaning, not the name, I call...
Seite 442 - n già. Solo Tancredi avvien che lei conosca.: Egli quivi è sorgiunto alquanto pria-, Vi giunse allor ch'essa Arimene uccise : Vide e segnolla, e dietro a lei si mise. Vuoi ne l'armi provarla: un uom la stima Degno a cui sua virtù si paragone. Va girando colei l'alpestre cima Verso altra porta, ove d'entrar dispone. Segue egli impetuoso; onde, assai prima Che giunga, in guisa avvien che d
Seite 493 - Vezzosi augelli infra le verdi fronde temprano a prova lascivette note ; mormora l'aura, e fa le foglie e l'onde garrir che variamente ella percote. Quando taccion gli augelli alto risponde, quando cantan gli augei più lieve scote ; sia caso od arte, or accompagna, ed ora alterna i versi lor la musica óra.
Seite 180 - Vaghi boschetti di soavi allori, di palme e d'amenissime mortelle, cedri et aranci ch'avean frutti e fiori contesti in varie forme e tutte belle, facean riparo ai fervidi calori de' giorni estivi con lor spesse ombrelle, e tra quei rami con sicuri voli cantando se ne giano i rosignuoli.
Seite 379 - O Musa, tu che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona, Ma su nel cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona, Tu spira al petto mio celesti ardori, Tu rischiara il mio canto, e tu perdona Se intesso fregi al ver, se adorno in parte D'altri diletti, che de
Seite 295 - Non pur di regni o di ricchezze parlo, in che la ruota instabile lavora; ma di quel ch'in poter di tor, di darlo non ha Fortuna, intender voglio ancora.
Seite 492 - Poi che lasciar gli avviluppati calli, in lieto aspetto il bel giardin s'aperse: acque stagnanti, mobili cristalli, fior vari e varie piante, erbe diverse, apriche collinette, ombrose valli, selve e spelonche in una vista offerse; e quel che 'l bello e 'l caro accresce a l'opre, l'arte, che tutto fa, nulla si scopre.

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