Orlando furioso, con note e dilucidazioni grammaticali, da R. Zotti castigato, Band 3

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Seite 369 - Quivi ad alcuni giorni e fatti sui, ch'egli già avea perduti, si converse; che se non era interprete con lui, non discernea le forme lor diverse. Poi giunse a quel che par sì averlo a nui, che mai per esso a Dio voti non férse; io dico il senno : e n'era quivi un monte, solo assai più che l'altre cose conte.
Seite 367 - Le lacrime ei sospiri degli amanti, l'inutil tempo che si perde a giuoco, e l'ozio lungo d'uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, 1 vani desideri sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai.
Seite 27 - ... nferno, ove il pensar di vui ch'abbia così lasciata, assai più ria sarà d'ogn'altra pena che vi sia. — A questo la mestissima Issabella, declinando la faccia lacrimosa e congiungendo la sua bocca a quella di Zerbin, languidetta come rosa, rosa non colta in sua stagion, sì ch'ella impallidisca in su la siepe ombrosa, disse: — Non vi pensate già, mia vita, far senza me quest'ultima partita. Di ciò, cor mio, nessun timor vi tocchi; ch'io vo' seguirvi o in cielo o ne lo 'nferno.
Seite 337 - Erano sette in una schiera, e tutte volto di donne avean, pallide e smorte, per lunga fame attenuate e asciutte, orribili a veder più che la morte. L'alaccie grandi avean, deformi e brutte; le man rapaci, e l'ugne incurve e torte; grande e fetido il ventre, e lunga coda, come di serpe che s'aggira e snoda.
Seite 382 - Son, come i cigni, anco i poeti rari, poeti che non sian del nome indegni; si perché il ciel degli uomini preclari non pate mai che troppa copia regni, si per gran colpa dei signori avari che lascian mendicare i sacri ingegni; che le virtù premendo...
Seite 28 - Zerbin la debol voce riforzando, disse: — Io vi priego e supplico, mia diva, per quello amor che mi mostraste, quando per me lasciaste la paterna riva; e se...
Seite 365 - Tutta la sfera varcano del fuoco, et indi vanno al regno de la luna. Veggon per la più parte esser quel loco come un acciar che non ha macchia alcuna...
Seite 193 - Angelica accada dopo ch'uscì di man del pazzo a tempo; e come a ritornare in sua contrada trovasse e buon navilio e miglior tempo, e de l'India a Medor desse lo scettro, forse altri canterà con miglior plettro.
Seite 357 - Murmuranti ruscelli e cheti laghi di limpidezza vincono i cristalli. Una dolce aura che ti par che vaghi a un modo sempre e dal suo stil non falli, facea...
Seite 27 - 1 mio destino iniquo e duro voi ch'io vi lasci, e non so in man di cui ; per questa bocca e per questi occhi giuro, per queste chiome onde allacciato fui, che disperato nel profondo oscuro vo...

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