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IL CINNA DI CORNEILLE

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Benchè sia nel complesso aggradevole incarico

il tentar la difesa di una fama ingiuriata, il piacere ne è scemato d' assai dal trovarsi congiunto alla necessità di esporre la frode e gli errori nei modi adoprati da coloro contro i quali moviamo lamento. La difesa è grata, l'accusa penosa; ma c' incombe il provare la ingiustizia della sentenza prima di domandarne la revoca. L'ultimo editore (1) delle opere di Corneille ha apposto alla tragedia il Cinna la prefazione seguente:,, Avendo spesso sentito far paragone tra Corneille e Shakespear,mi è sembrato opportuno dimostrar la differenza della loro maniera in soggetti che hanno fra essi rassomiglianza. Ho scelto perciò i primi atti della morte di Cesare, che, ,, come nel Cinna, contengono una congiura, e ne' quali ogni cosa, sino alla fine del terzo atto, è relativa alla congiura medesima. Può il let,, tore confrontare i pensieri, lo stile, e il giudizio di Shakespear, coi pensieri, collo stile, e col giudizio di Corneille. Spetta ai lettori di tutte le nazioni il pronunziar sentenza fra l'uno e l'altro. Un francese o un inglese potrebbero ,, esser forse sospetti di qualche parzialità. Era per istabilire questo processo il fare un' esatta versione; quello che nella tragedia

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necessario

(1) Voltaire.

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di Shakespear era in prosa è stato tradotto in il verso sciolto è stato tradotto in verso ❞ prosa; sciolto, e quasi verso per verso; ciò che è basso e familiare lo abbiam renduto bassamente e familiarmente. Il traduttore ha procurato innalzarsi coll'autore dove questi s'innalza; e dove è turgido ed ampolloso, non esserlo nè più ,, nè meno di lui. La traduzione che qui si offre è la più fedele che possa darsi, e la sola fedele nella nostra lingua sì di autore antico che di moderno. Ho qui una sola parola da aggiugne,, re, cioè che il verso sciolto non costa che il solo incomodo di dettarlo, e non è più difficile che scrivere una lettera. Se ci cadesse in mente di scrivere tragedie in versi sciolti, e di recitarle sulle nostre scene, la tragedia andrebbe in rovina: toglietene la difficoltà, voi la ,, private del merito.

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Potrà un leggitore inglese trattenere a stento le risa all' ardita asserzione sulla facilità di scrivere in versi sciolti. Non è cosa difficile invero il fare cattivi versi di ogni genere; ma siccome ben pochi dei nostri poeti sono nel verso sciolto arrivati a quella perfezione cui Shakespear e Milton pervennero, abbiamo ragion di supporre esser questa malagevole arte. Tuttociò che è ben fatto sì nella poesia che nella eloquenza sembra facile a farsi. Essendo il dialogo teatrale una imitazione del discorso, i nostri critici non richieggono che in esso apparisca la fatica e lo sforzo, ma esigono il linguaggio della natura, ed una giusta rassomiglianza della cosa imitata. Il verso sciolto è

probabilmente tanto difficile pel poeta, quanto facile comparisce al lettore. Simile al cinto di Venere, formato dalla delicata mano delle Grazie, meglio esercita le proprie attrattive allorchè l'artificio della sua tessitura rimane in parte nascosto. Dryden, che portò l'arte della rima ad una grande eccellenza, si sforzò d'introdula nel nostro teatro; ma la natura e il gusto si rivoltarono contro un'imitazione affatto differente dal modo con cui gli uomini parlano (1). Il verso che il sig. de Voltaire in siffatta guisa condanna non è forse men felicemente adattato del giambo ai drammatici offici. Innalzasi con disinvoltura al sublime; scende con leggiadria al familiare; accelera il suo corso se concitato dalla veemenza della passione; rallentasi nella esitanza del dub

(1) Dryden, quantunque grande ammiratore di Shakespear, come lo attestano vari passi delle sue opere, e seguatamente quello da noi riportato a pag. XIII, si allontanò dalle forme drammatiche praticate da questo, non solo introducendo la rima, ma anche adottando certe arbitrarie limitazioni, che senz' essere identiche colle regole delle unità, avrebbero fatto mancare il vero diletto che si cerca nelle rappresentazioni teatrali, come osserva W. Scott in un suo saggio sul Dramma. Ma le tragedie di Dryden, non sopravvissero al gusto forestiero che prevalse in Inghilterra per l'influenza della corte di Carlo II. Invece se si volessero rammentare alcune tragedie di forma classica, o poco meno, che si procacciano costante applauso sui teatri britannici, ci tornerebbero a mente la Venezia salvata di Otway, l'Isabella di Southern, il Douglas di Home, le quali per maneggio di passioni, e per effetto teatrale,non temono il confronto di qualunque miglior tragedia rinomata per la sua scrupolosa regolarità.

bio; apparisce languido e tardo nell' abbattimento e nel dolore; è capace di variare il proprio accento, di adattare la sua armonia ai diversi sentimenti che vuol inspirare, e alle passioni che tende a eccitare, con tutto il potere della musicale espressione. Anche una persona ignara del nostro idioma si troverebbe affetta in modo assai differente dalle seguenti parlate in quel metro.

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Eh Glóster, Glóster, vo' parlare al duca,
Ed a sua moglie. -A Cornovaglia vuole
Il re parlare. L'amoroso padre

Parlar vuol con sua figlia. Ei tanto impone;
Ella obbedisca. Gli hai di ciò informati?
Mio respiro e mio sangue ! - Egli focoso?
Focoso il duca ? — Tu all' ardente duca
,, Riporta, che....

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MACBETH

Pien di mia vita è il corso. Al

T.

par

di foglia

Dall' autunno appassita, ella declina:
E quel che più la faticosa etade
Ornar dovria, del ben oprar mercede,
Amor, decoro, obbedienza e lieta
Eletta schiera di non compri amici,
Più

sperar non poss' io. Quel che mi resta È un vacuo suon di mendicati accenti, Un imprecar sommesso, un falso affetto Che il cor vorria, ma ricusar non osa. L. Il diletto che nasce dal numero del verso sciolto inglese non può esser sentito da uno stra

niero (1), il quale è tanto lontano dal conoscere la pronunzia della nostra lingua, che sbaglia sovente il significato delle parole le più comuni, del che abbiamo rimarchevoli esempi nella sua vantata traduzione del Giulio Cesare; imperciocchè egli non sa che la parola course vuol dire metodo di procedere, e s'immagina che voglia significare una portata di piatti in un pranzo, o una corsa di cavalli. Alla proposizione di Cassio di uccider Cesare, Bruto risponde (2):

Our course will seem too bloody, Caius Cassius,
To cut the head off, and then hack the limbs;
Like wrath in death, and envy afterwards:
For Antony is but a limb of Caesar.

Ecco come Mr. de Voltaire traduce:

BRUTUS

Cette course aux Romanis paraîtrait trop san-
glante:

On nous reprocherait la colère et l'envie,
Si nous coupons la tête, et puis hachons les mem-
bres,

Car Antoine n'est rien qu'un membre de Cesar.

Viene poi aggiunta dal traduttore la seguente ingegnosa nota:,, la parola course allude forse alla corsa dei Lupercali; essa significa ancora ,, un servito di piatti ad una tavola.,, È cosa ben

"

(1) Voltaire

(2) Per metter in grado i lettori che conoscono la lingua inglese di giudicare da per sè stessi dell'esattezza e fedeltà della traduzione di Mr. de Voltaire, crediamo non poter meglio che riportare, in vece di qualunque altra versione poetica, il testo originale di Shakespear.

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