Le opere di Galileo Galilei, Band 9

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Tip. di G. Barbèra, 1899 - 296 Seiten
 

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Seite 69 - E quando mi volgo a considerare i cavalieri con le loro azioni e avvenimenti, come anche tutte l'altre favolette di questo poema, parmi giusto d'entrare in uno studietto di qualche ometto curioso, che si sia dilettato di...
Seite 140 - L'aura, non ch'altro, è de la maga effetto, l'aura che rende gli alberi fioriti: co' fiori eterni eterno il frutto dura, e mentre spunta l'un, l'altro matura. Nel tronco istesso e tra l'istessa foglia sovra il nascente fico invecchia il fico; pendono a un ramo, un con dorata spoglia, l'altro con verde, il novo e...
Seite 140 - Stimi- (sì misto il culto è col negletto) sol naturali e gli ornamenti ei siti. Di natura arte par, che per diletto l'imitatrice sua scherzando imiti. L'aura, non ch'altro, è de la maga effetto, l'aura che rende gli alberi fioriti: co' fiori eterni eterno il frutto dura, e mentre spunta l'un, l'altro matura.
Seite 87 - Ch'ancor fuggendo mostra il cor gentile, E minacciosa e lenta si rinselva; Tal Rodomonte, in nessun atto vile, Da strana circondato e fiera selva D'aste e di spade e di volanti dardi, Si tira al fiume a passi lunghi e tardi.
Seite 147 - Del capo e de le schene Rodomonte la terra impresse; e tal fu la percossa, che da le piaghe sue, come da fonte, lungi andò il sangue a far la terra rossa. Ruggier...
Seite 69 - ... all'incontro, quando entro nel Furioso, veggo aprirsi una guardaroba, una tribuna, una galleria regia, ornata di cento statue antiche de' più celebri scultori, con infinite storie intere, e le migliori, di pittori illustri, con un numero grande di vasi, di cristalli, d'agate, di lapislazari e d'altre gioie, e finalmente ripiena di cose rare, preziose, maravigliose, e di tutta eccellenza.
Seite 103 - Con le man giunte e con immote labbia, 1 languidi occhi al ciel tenea levati; Come accusando il Gran Motor, che l'abbia Tutti inclinati nel suo danno i fati. Immota e come attonita ste' alquanto, Poi sciolse al duol la lingua e gli occhi al pianto.
Seite 103 - Era il bel viso suo , quale esser suole Da primavera alcuna volta il cielo, Quando la pioggia cade, ea un tempo il sole Si sgombra intorno il nubiloso velo. E come il rosignuol dolci carole Mena nei rami allor del verde stelo : Così a le belle lagrime le piume Si bagna Amore , e gode al chiaro lume ; LXVI. E nella face de...
Seite 99 - Mostra il bel petto le sue nevi ignude, onde il foco d'Amor si nutre e desta.
Seite 155 - E perché essi non vadano pel mondo Di lei narrando la vita lasciva, Chi qua, chi là per lo terren fecondo Li muta, altri in abete, altri in oliva, Altri in palma, altri in cedro, altri secondo Che vedi me, su questa verde riva; Altri in liquido fonte, alcuni in fera, Come più aggrada a quella Fata altiera.

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